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La Missione Etnologica Italiana in Africa Subsahariana prende inizio nel 2006, sotto la direzione del Prof. Roberto Beneduce e si sviluppa in diversi paesi (Mali, Senegal, Camerun, Togo, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Uganda), nei quali precedenti ricerche erano state avviate negli scorsi anni dai suoi membri e all’interno di diversi contesti.
Camerun Mali Senegal
In Camerun, paese inizialmente inserito nella Missione Etnologica Italiana in Africa Equatoriale diretta dal Prof. Remotti, Roberto Beneduce ed altri membri hanno già compiuto numerose ricerche negli scorsi anni, lavorando intorno a temi come la malattia e i saperi della cura nelle regioni meridionali, le attività rituali e i poteri della visione fra i Baka della foresta sudorientale, i problemi di genere nell’Ovest, le rappresentazioni dell’Aids, il proliferare delle chiese indipendenti ecc.
In Mali, Roberto Beneduce ha compiuto sin dal 1988 diverse missioni all’interno di un progetto di analisi e promozione della medicina tradizionale nelle regione dogon (finanziato dal MAE – DGCS e diretto scientificamente dal CNR). Successivamente egli si è recato nel periodo 1989-2004 per continuare le proprie ricerche nel Cercle di Bandiagara e in aree circostanti, in merito alle rappresentazioni e alla cura della follia, ma anche per avviarvi nuove ricerche in ambito urbano, a Bamako, sui culti di possessione. Altri membri della missione hanno affiancato, alla ricerca su questi temi, quella sulle trasformazioni sociali e culturali in alcuni gruppi Tuareg.

L’analisi della medicina tradizionale e delle sue trasformazioni, dei culti di possessione come quello del Ndöp, celebrato tuttoggi a Dakar e altrove, dell’attività delle confraternite (muridismo) o delle pratiche rituali relative alle maschere (fra i Bassari delle regioni sudorientali, in particolare), costituisce il filone dominante delle ricerche in Senegal, insieme all’analisi della malattia, della povertà, delle strategie economiche di sopravvivenza e delle nuove espressioni dell’identità sia in ambito urbano che rurale .

 

 

 

 

 
Obiettivi e prospettive di sviluppo

La ricerca intende promuovere nel suo complesso una riflessione antropologica rinnovata, radicata in una prospettiva comparativa e attenta al possibile impatto dei suoi risultati sulle condizioni di vita delle popolazioni. Oltre che sulle controverse dinamiche religiose, culturali ed economiche in ambiti come la malattia e i saperi locali della cura, essa si rivolge inoltre ad ambiti tematici come l’antropologia della violenza, i conflitti etnici, le forme del potere, l’accesso alle risorse e le strategie di asserzione fra i giovani nel contesto dell’Africa post-coloniale. Questi temi s’impongono come centrali nella ricerca antropologica contemporanea, esigendo approcci metodologici originali.


Su questi ultimi temi la ricerca intende promuovere scambi ulteriori, sviluppandosi eventualmente anche in altre aree (Benin, Repubblica Centrafricana, ma anche paesi dell’Africa Australe come il Mozambico) e realizzando collaborazioni con istituzioni locali, nazionali e internazionali. Bisogna sottolineare che è stato siglato, proprio nel quadro della recente missione, un Accordo di Cooperazione fra l’Università di Torino e l’Université Cheick Anta Diop e l’IFAN di Dakar, la Mission Culturelle de Bandiagara (Mali) e l'Université Catholique de l'Afrique Centrale (Yaounde). Altri accordi sono in corso di realizzazione con l'Universiti di Cotonou, impegnata nella promozione delle ricerche sulla medicina tradizionale, ma anche con altre ONG impegnate su temi di ricerca teorica o di promozione sociale e culturale (Orient-Occident, Yole Africa, Tumaini).